LA CABINA DI PLEXIGLASS

La cabina di plexiglass nasce nel 1979 da un'idea di Claude Lemoine.

La copertina dell'album Plasteroid - © LesROCKETS.com

La copertina dell'album Plasteroid
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Chistian all'interno della teca all'inizio del concerto - © LesROCKETS.com

Chistian all'interno della teca all'inizio del concerto
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Tale artificio scenico si proponeva con un aspetto esteriore che era in linea sia con il titolo dell'LP Plasteroid, che con la grafica della copertina stessa dell'album; questo perché Plasteroid era il disco che i ROCKETS dovevano promuovere nel corso del tour del 1979, anno in cui tale effetto fu utilizzato.

Il significato del termine Plasteroid, coniato da Claude Lemoine, deriva dalle parole 'plastica' ed 'asteroide', cioè pianeta di plastica. Da tale significato deriva la grafica della copertina dell'album, che vede i 5 componenti della band racchiusi ciascuno in un proprio cubo di ghiaccio.

Partendo da questa associazione tra immagini e termini (plastica, asteroide, pianeta di plastica, cubi), viene realizzata da Bepi una teca composta da lastre di polimetil metacrilato (PMMA), comunemente conosciuto come plexiglass.

Prima dell'inizio dello spettacolo, Christian Le Bartz vi si posizionava all'interno e ne fuoriusciva, al momento opportuno, infrangendo la parte anteriore.

Per consentirne la rottura in modo agile, la lastra anteriore di plexiglass della teca era pre-tagliata in vari pezzi e ricomposta come in un puzzle.
I vari pezzi erano incollati tra loro con del nastro bi-adesivo.

L'incarico di ricomporre correttamente la parte anteriore della cabina, all'inizio di ogni spettacolo, era affidato principalmente al giovanissimo Graziano, che era un componente della squadra dei tecnici.

Christian sfonda la teca - Photo by A. D'Andrea - © LesROCKETS.com

Christian sfonda la teca - Photo by A. D'Andrea
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Christian esce dalla teca - Photo by A. D'Andrea - © LesROCKETS.com

Christian esce dalla teca - Photo by A. D'Andrea
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La teca di plexiglas venne utilizzata esclusivamente nel tour del 1979.

Nonostante questo, l'effetto scenico è rimasto impresso nella memoria di tante persone, non solo dei fan che hanno potuto seguire i ROCKETS durante le esibizioni di quell'anno, grazie all'impego che ne è stato fatto nella partecipazione al Festivalbar in cui è stata proposta Electric delight.

In una data del tour, Paolo, backliner di Alain Groetzinge e di Little Gérard L'Her, durante un'operazione di montaggio della teca, a causa del distacco improviso delle lastre che componevano il mosaico della parte anteriore, venne investito da una di queste, che gli causò una ferita al naso.