CRISTIAN

I social network hanno consentito di accorciare le distanze tra i fan.
Proprio attraverso il canale facebook siamo venuti in contatto con Cristian, che ci ha gentilmente fornito la sua curiosa testimonianza:


Io e i ROCKETS, storia di un ROCKETS fan.

Tutto cominciò nella primavera del 1978 . . . "the first contact" . . . avevo 15 anni.
Un mio carissimo amico, Maciò, mi disse:
"Ho scoperto un gruppo fantastico . . . Lo devi sentire assolutamente, fanno musica spaziale, sono la fine del mondo!"
Questa frase mi ha catturato e dopo averli ascoltati, non ci siamo più separati! (io ed i ROCKETS naturalmente, ahahahah)

Da quel momento la mia vita è cambiata!

Cristian insieme agli amici nel 1980, i

Cristian insieme agli amici nel 1980, i "mini" ROCKETS - Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

Alla fine dell'estate 78, Maciò mi confidò:
"Sai, tra due settimane (il 15 Settembre) organizziamo uno spettacolino . . . ci vestiamo da ROCKETS, vuoi partecipare? Ti faccio fare Quagliotti, il tastierista, io faccio il cantante Le Bartz" .
Accetto di buon grado un simile invito e, dentro un capanno di latta, vestiti con sacchi neri con carta gialla appiccicata sopra, davanti a circa 20 persone, facciamo il nostro show "scimmiottando" i ROCKETS. In quel ruolo "ci esaltiamo da matti!".
Io avevo portato la mia strumentazione, un piccolo "Bontempi" e la nuova tastiera che mi aveva regalato il nonno. Ero un tastierista alle prime armi . . .
Una volta completata l'esibizione, ci siamo ripromessi di replicare l'iniziativa l'estate successiva, sempre nella stessa suggestiva location, nel medesimo cortile e a parità di formazione . . . ed ovviamente con tutti i nostri parenti come supporter.
All'epoca avevo già acquistato la musicassetta di On the road again e in seguito comprai, ad un prezzo stracciato, anche Sound of the future e sempre in musicassetta perchè non possedevo ancora il giradischi.

Arriva l'autunno e la RAI mette in onda Stryx del mitico Enzo Trapani (lo ringrazierò in eterno per quello che ha fatto), finalmente riesco a vedere i miei miti . . .
"Rimango bloccato davanti alla tv, erano stupendi!!!" Lì capisco che non si poteva aspettare l'estate successiva per fare un altro spettacolino. Partono i preparativi.
Parlo con Maciò e gli dico:
"Tu non puoi fare Le Bartz, sei più piccolo di statura di me, assomigli a Little, io sono più robusto e assomiglio anche fisicamente a Le Bartz, poi molte canzoni le canta Little e io so fare meglio di te le mosse sul palco, come Le Bartz".
Accetta contento, quanto lo sono io, di cambiare i ruoli e cominciano i preparativi.

Febbraio 1979, questa volta siamo in un garage molto più ampio, per lo spettacolino vengono a vederci 50/60 persone e tutti applaudono. Nel frattempo i vestiti assomigliano sempre di più a quelli dei nostri miti.

Compro un portachiavi di quelli in cui si possono mettere delle foto. Ce ne stanno due, da una parte la mia e dall'altra quella di Le Bartz. Le differenze? Io coi capelli e lui no, lui argentato e io no, lui con una "H" in più nel nome e io senza . . .

Il portachiavi con la foto di Cristian - Photo by Cristian B. - © LesROCKETS.com

Il portachiavi con la foto di Cristian - Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

Il portachiavi con la foto di Christian Le Bartz- Photo by Cristian B. - © LesROCKETS.com

Il portachiavi con la foto di Christian Le Bartz- Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

Durante l'estate 1979 (25 Agosto), i ROCKETS vengono al palazzetto dello sport di Rimini. Litigata furibonda con mia mamma che non vuole lasciarmi andare a vedere il loro concerto (il palazzetto era a soli 400 metri da casa mia!). Rimango a casa e, uscendo in cortile, li posso sentire in lontananza; muovendomi come un pazzo li ascolto e cerco di contenere l'enorme rabbia. Prometto a mia mamma che in futuro non riuscirà più ad impedirmi di assistere ad un loro concerto.

A fine estate comprai il giradischi e ricordo che volai a comprare gli LP Rockets e Plasteroid, ma anche quelli delle cassette che avevo già.

Finisce l'estate 1979. C'è fermento e girano voci che è imminente l'uscita del nuovo disco.
Finalmente arriva "Live". Lo scartiamo dal cellophane e lo ascoltiamo in camera mia, nel buio completo, dove si scorgono le sole luci dello stereo. Era come essere al palazzetto, a tutto volume . . . la fine del mondo!

Arriva il 1980. Forse l'anno più bello della mia vita da fan dei ROCKETS, irripetibile . . .
In primavera esce Galaxy, rimaniamo scioccati dalla bellezza della musica e dalle sonorità ancora più spinte di quelle di Plasteroid, "stupendamente bellissimo!!!". Immaginiamo già cosa avrebbero fatto i componenti sul palco e io, nel mio piccolo, non vedo l'ora di vedere Le Bartz in azione, che salta come un matto e tira fulmini e saette . . . ahahahahah
Scoppia il finimondo quando scopriamo che a fine primavera, esattamente il 6 maggio, verranno nuovamente al palazzetto a cantare. Allora i biglietti non si compravano ancora via internet e si facevano file lunghissime il giorno stesso dello spettacolo. Ricordo che già dal primo pomeriggio eravamo in coda davanti alla biglietteria. Preso il nostro tagliando ci siamo piazzati in prossimità dell'entrata, per aspettare che aprissero. Erano le tre del pomeriggio . . . Vedemmo arrivare i ROCKETS con l'auto. Ogni tanto riuscivo a scorgere Little e Fabrice che uscivano sul lato del palazzetto, in una zona protetta, per verificare quanta gente fosse in attesa. Aspettavo che comparisse anche Le Bartz, ma non ebbi fortuna . . . fremevo come se fossi immerso in un freddo siderale.
Finalmente aprirono le porte, questa volta ero proprio davanti al palco. Vedo le uova, le astronavi, il grande faccione appeso. Mi sembra la caricatura di Le Bartz. Siamo eccitatissimi e non stiamo più nella pelle. Siamo posizionati a pochi metri da una delle due uova.
Si spengono le luci. Il fumo comincia a invadere il palco e a scendere verso la gente . . . il "Galaxy tour" ha inizio. Gli occhi del faccione lanciano lampi rossi e dalla bocca esce fumo bianco, mentre un suono tipo spranga spaziale (non so come definirlo) comincia a echeggiare. Si accendono le luci delle cupole delle astronavi, cominciano ad aprirsi le uova, filtra la luce dall'interno. Esce uno stivale . . . è Little! Stupendo con il suo lento intercedere e col suo basso nero!
Contemporaneamente esce Alain dal suo uovo, stuzzicando le corde della sua chitarra. Le astronavi sono già mezze aperte, con gli oblò tutti accesi e di vari colori. Fabrice e Alain sono sommersi dalle luci, gli abiti sono nuovi, bellissimi, molto ricercati nei particolari. La pelle non è più d'oca, si stacca per volare via! Parte la prima canzone, One more mission. E' l'apoteosi e nel palazzetto non si muove una mosca . . . siamo tutti ammagliati dallo spettacolo. Però non vedo uscire Le Bartz. La cosa mi preoccupa un po', ma continuo a tenere gli occhi spalancati così come la bocca. Lo show va oltre ogni aspettativa, il "mio battesimo" era stupendo!
Da One more mission si passa meravigliosamente a In the galaxy, in un crescendo fantastico. Le Bartz ancora non si vede. Sta per finire il brano e si sente solo il basso di Little. Poi un boato, qualcosa si muove sotto il faccione . . . è Le Bartz con un casco spaziale. Ha due laser che puntano verso il cielo, con il suo nuovo vestito, con tanto di mantello nero e argento. Non so più se piangere o ridere dalla contentezza e per quanto sono estasiato dalla musica, dalle luci, dal fumo. Le casse nere accanto a noi suonano la melodia più bella dell'universo e noi siamo li . . . Nessuno ci può distogliere dalla nostra felicità. Le canzoni del nuovo disco, Synthetic man, Prophecy, In the black hole, Universal band, sono una più bella dell'altra. Poi arriva Galactica, provavamo delle emozioni indescrivibili. Le mani facevano male per i tanti applausi. In On the road again tutti cantiamo incitati da Le Bartz, il concerto è fantastico, dura quasi due ore. Alla fine lasciano il palco, ma, con l'incitamento del pubblico, rientrano per il bis . . . INDESCRIVIBILE . . .

Il biglietto per l'accesso al concerto del Galaxy Tour - Photo by Cristian B. - © LesROCKETS.com

Il biglietto per l'accesso al concerto del Galaxy Tour - Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

La mia spilla dei ROCKETS acquistata nel 1980 - Photo by Cristian B. - © LesROCKETS.com

La mia spilla dei ROCKETS acquistata nel 1980 - Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

Compro la spilla che tuttora porto sempre con me come talismano, è sempre nelle mie tasche.

Tornammo a casa trasformati, io perlomeno, non potevo più fare a meno dei ROCKETS.

Quella estate vennero al palazzetto ancora per due volte in Luglio e poi il 9 di Agosto. E noi sempre lì allo stesso posto, a riassaporare le emozioni della prima volta, col gusto di sapere cosa sarebbe accaduto, momento per momento, come in un bel film che hai già visto in precedenza, ma che ti fa nuovamente emozionare ad ogni scena che sai che arriverà.

Nel frattempo, tutte le mattine prima di iniziare la mia giornata lavorativa (allora facevo il cameriere dalle 11.00 alle 22.00), preparavo i vestiti, sulla base di quanto visto nel Tour di Galaxy, le centraline con gli interruttori delle luci e tutto quello che sarebbe servito per i futuri concerti dei "mini" ROCKETS".
Venne la fine di Agosto e tutto era pronto per il nostro "concertino". Lo facemmo il 30 di Agosto, questa volta in fondo ad una via chiusa e passammo tutto il pomeriggio a montare un palco fatto di tubi "Innocenti", con tanto di luci, strumenti, mixer e batteria prestata dal nostro vicino, "Il Mancio", che lavorava a Tele Gabbiano come presentatore. Avevamo i nostri tecnici luci e tecnici fumo. Si, avevamo anche il fumo, fatto con polvere da sparo non compressa, che veniva azionato da alcune resistenze elettriche a 110 volt, da pazzi . . .
Fu un successo, quasi 450 persone vennero a vederci, gratis si intende, avevamo capito che era la nostra strada, parallela a quella dei "grandi" ROCKETS.

Inverno 1981. E' carnevale e andiamo vestiti da ROCKETS all'Altro Mondo Studio di Rimini, partecipando alla gara per la miglior maschera; forse avevamo vinto, ma essendo il premio una settimana bianca per 2 persone . . . (noi eravamo in 5)
Ci consoliamo facendo delle foto con una ballerina stesa tra le nostre braccia; una venne poi pubblicata sulla rivista settimanale Boy Music.
Scopriamo che poche settimane dopo è previsto un concerto dei ROCKETS, sempre all'Altro Mondo. Arriva quel giorno e ci andiamo tutti e cinque fin dal primo pomeriggio, ma una nevicata tremenda che colpisce l'Italia intera non consente ai tir della Trident, con tutto il materiale, di raggiungere la discoteca. I ROCKETS ci sono, ma il concerto non si può fare. Non immaginavo che quella dell'Agosto precedente sarebbe rimasta l'ultima possibilità di vederli dal vivo!

Ottobre 1981. Esce P 3,14, sono belle le sonorità "ricercate" e l'album è ancora più spaziale, l'elettronica è preponderante. Ma eravamo preoccupati . . . a chi avremmo fatto fare la Chantal? Vidi anche che molte canzoni non erano scritte dai soliti Alain e Little e che in precedenza era uscito il disco dei VISITORS con gli stessi autori, ma gli amici mi rincuorarono, ROCKETS e VISITORS erano entrambi prodotti da Claude Lemoine.

Aspettiamo invano che i ROCKETS ritornino a suonare a Rimini, ma noi "mini" nel frattempo partecipiamo come ospiti a un concorso canoro primaverile a Gatteo Mare, nel teatro della città. Esperienza bella, anche se non avevamo le nostre luci. In seguito interveniamo in una puntata del programma "In zir par la Rumagna".

1982, il mio maggiolino - Photo by Cristian B. - © LesROCKETS.com

1982, il mio maggiolino - Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

1982, l'interno del mio maggiolino con lo sticker prismatico dei ROCKETS - Photo by Cristian B. - © LesROCKETS.com

1982, l'interno del mio maggiolino con lo sticker prismatico dei ROCKETS - Photo by Cristian B.
© LesROCKETS.com

Nel Giugno 1982 prendo la patente e l'interno della mia macchina è subito carrozzato in stile ROCKETS. In molti ci prendevano in giro perché pensavamo sempre e solo a quello, ma a noi non importava nulla. Avevamo le nostre cassette, i nostri LP, la voglia di ascoltarli tutto il giorno e tutti i giorni, eravamo anche riusciti a registrare col mangiacassette uno dei loro concerti estivi; lo sentivamo continuamente e ogni volta mimavamo le varie pose di tutti i ROCKETS. Partecipammo durante l'estate come complesso intrattenitore ad un raduno di Boy Scout, eravamo un bel gruppo. Ancora oggi siamo rimasti amici e il ricordo è bellissimo . . .

Poi per me arrivò l'era glaciale. Presi Atomic, bellissimo anche lui, ma non li vidi più, a parte qualche apparizione TV.

Li ritrovo poi nella sigla finale del Festival di Sanremo del 1984, ma i ROCKETS sono diversi . . . ho un colpo al cuore, non c'è più il mio MITO.
Esce Imperception . . . soffro, la musica non è male, ma i precedenti LP sono irripetibili e il loro look è anche cambiato . . . non sono più i miei ROCKETS argentati. Continuo a comprare i loro dischi, esce One way, mi piace tanto, ha delle belle sonorità.
Poi nel 1992 Another future, quando sento Countdown, bellissima e molto moderna, "mi prende male", si conferma un conto alla rovescia, bellissimo e triste, e la mia paura prende il sopravvento . . . i ROCKETS non esistono più!

Anno 2003 esce Don't stop. Sono contentissimo, una sonorità nuova, sono entusiasta e Rockets land mi piace tanto . . . Sono sempre un fan . . . vivo ancora . . .

2005, suonano nuovamente dal vivo. L'inizio è molto bello e azzeccato e riallaccia i vecchi ROCKETS con i nuovi. "First contact, back back back" . . . le "paperelle", come le chiamo io, introducono One more mission. Mi si strinse il cuore, erano tornati ad essere spaziali, musica elettronica . . . sono rinato.

Con l'avvento di internet e grazie a tutti i siti dedicati ai ROCKETS, LesROCKETS.com e RocketsLand in primis, tutti i fan hanno avuto modo di rivedere migliaia di foto, notizie, ascoltare brani, riprovare tutte le emozioni del passato. E l'avvento di facebook ha risvegliato e messo in contatto tutto un mondo di fan sfegatati.

Per arrivare al recente passato . . . I ROCKETS sono cambiati, la musica è elettronica e ricercata, Fabrice si è dato parecchio da fare e ha pubblicato Kaos.

A 50 anni suonati, cosa sono i ROCKETS per me?
Sono la mia vita, le mie passioni, le mie gioie e i miei dolori.
Mi hanno accompagnato si qui e ancora lo faranno. Sono la colonna sonora dei miei giorni.
Mi hanno aiutato a passare i problemi più o meno grandi, mi hanno sempre dato quella forza che ha fatto si che sia ancora un guerriero.
Mi hanno inculcato una filosofia spaziale, per me non esiste "il mio" cortile, esiste uno spazio enorme dove si vive tutti, dove tutti siamo piccoli e grandi allo stesso tempo, passiamo proprio come dei "rockets".
Mi hanno insegnato ad amare le altre persone, a essere paziente, ad avere dei sogni, a vedere più in là della mia città, ad appassionarmi di viaggi spaziali, alieni, e anche la scoperta del passato dell'uomo . . . un uomo del futuro non può partire col suo razzo se non conosce il suo passato, se non sa che ambasciatore sarà per il suo pianeta.
Un pianeta e uno spazio che i ROCKETS hanno sempre menzionato.
Questa è la filosofia che mi hanno insegnato.
Sono e sarò sempre un ROCKETS MAN.

Cristian