IL BIGLIETTO NON SI PAGA

Nel corso degli anni settanta, in un clima di ribellione politica e di malcontento generale, si diffonde tra i giovani la cosiddetta pratica dell'autoriduzione.

'Il biglietto non si paga', 'la musica è di tutti, si sente e non si paga' ed altri slogan accompagnano il grido di protesta prima e durante i concerti; ne fanno le spese soprattutto gli artisti stranieri: i Led Zeppelin a Milano, Lou Reed a Roma, i Genesis a Torino, Santana a Milano, tanto per citarne alcuni.

Tra gli artisti italiani, rimane famoso il 'processo', davanti al pubblico, subito da Francesco De Gregori durante un'esibizione al Palalido di Milano nel 1977, ad opera di alcuni estremisti, i quali, dopo essere saliti sul palco, bloccarono il concerto rivolgendo accuse nei confronti dell'artista, reo di arricchirsi con la scusa del messaggio politico che lo stesso voleva trasmettere attraverso le sue canzoni.

I concerti diventano così teatro di violenza, costringendo spesso le Forze dell'Ordine all'intervento.

Questo periodo, ricordato da molti come 'la guerra dei Palasport', provocherà, per alcuni anni, l'allontanamento di numerosi artisti stranieri dall'Italia.

Schieramento di Carabinieri al termine di un concerto dei ROCKETS nel 1980 - Photo by A. D'Andrea - © LesROCKETS.com

Schieramento di Carabinieri al termine di un concerto dei ROCKETS nel 1980 - Photo by A. D'Andrea
© LesROCKETS.com

Schieramento di Carabinieri al termine di un concerto dei ROCKETS nel 1980 - Photo by A. D'Andrea - © LesROCKETS.com

Schieramento di Carabinieri al termine di un concerto dei ROCKETS nel 1980 - Photo by A. D'Andrea
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Anche i ROCKETS non furono risparmiati da questa 'pratica' e durante i concerti subirono le contestazioni di chi non voleva pagare il biglietto, come il 28 novembre del 1977 al Teatro Tendastrisce di Roma o il 25 novembre del 1978 al Palalido di Milano, in cui furono fatti anche bersaglio del lancio di oggetti come sassi, sedili in plastica o legno che venivano staccati dalle gradinate, o altro.

Incidenti di questo tipo successero quindi in più di una occasione, costringendo i musicisti a rocambolesche fughe e causando inevitabilmente la sospensione del concerto.

Ulteriori contestazioni da parte di persone che pretendevano di entrare agli spettacoli senza pagare il biglietto si verificarono nuovamente a Milano, in Piazza Stuparich di fronte al Palalido, il 19 e 20 maggio 1980, dove, in occasione di due concerti, si registrarono scontri con la Polizia all'esterno della struttura.

L'inconsueto modo di presentarsi al pubblico, con le teste rasate, unito alla grinta del front-man Christian Le Bartz, crearono a volte il pretesto per scandire slogan a sfondo politico, come accadde ad esempio nel corso del tour del 1980 in cui, durante alcuni concerti, una parte del pubblico inneggiò al Duce, complice di questo fu anche l'enorme e calva testa argentata di polistirolo che troneggiava al centro del palco, assimilata da alcuni al volto di Benito Mussolini.

Un ulteriore elemento che contribuì a scatenare rabbia e violenza da parte di frange di estremisti nel corso di alcuni concerti dei ROCKETS, fu senz'altro il genere musicale proposto dagli stessi, a metà tra il 'rock' e la 'disco music', quest'ultima esplosa in Italia nel 1977 con la colonna sonora del film Saturday night fever.

Proprio la disco music, nata a Manhattan nella prima metà degli anni settanta ed evolutasi e consolidatasi nel 1978 in ogni parte del mondo, rivoluzionò radicalmente mode e gusti di migliaia di giovani, creando al tempo stesso correnti di pensiero e divisioni di massa che vedevano contrapporsi da una parte la generazione cresciuta sotto il segno di artisti come Jimi Hendrix, Iggy Pop, Deep Purple, Led Zeppelin, Who, Black Sabbath, Ramones, Sex Pistols, ecc. e dall'altra una grande massa di giovani che si allontanava sempre di più dal rock e da un certo 'impegno politico', che aveva caratterizzato quegli anni, per votarsi essenzialmente al divertimento ed alla spensieratezza.